Campania

  • Cantina dei Monaci

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    La famiglia Carpenito dopo una lunga tradizione vitivinicola che ha radici fin dal 1779 e durata per generazioni, fonda l'azienda nel 1995, nel comune di Santa Paolina, un piccolo borgo facente parte degli otto comuni dell'areale del Greco di Tufo. Il suo impegno è sempre stato quello di salvaguardare e valorizzare ancora di più i vitigni autoctoni dell'Irpinia che rappresentano non solo la cultura di questo splendido e generoso territorio, ma sono anche il prodotto della sua storia agricola. Da un'attenta selezione dei siti più vocati dei vari areali viticoli, di cui ne ha conoscenza essendo pienamente integrata nel suo territorio, l'azienda ha cominciato a produrre i suoi vini per rappresentare al meglio la cultura enologica irpina non solo rispettando le caratteristiche originali di ognuno di questi, ma anche con l'intento di trasmettere al cliente finale in maniera netta e distinta ciò che gli permette di identificare il terroir di ogni vino. Oggi quella scelta decisa di puntare sui vitigni autoctoni nel contesto dei cambiamenti climatici in cui viviamo, si dimostra ancora lungimirante e sostenibile: sono proprio questi vitigni che qui si sono adattati e sviluppati nel corso dei secoli a rispondere meglio degli altri agli stress che devono subire ed alle sfide che ci attenderanno.
  • Tenuta S. Agostino

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    Sette ettari di terreno, ubicati a circa 160m s.l.m., si suddividono in coltivazione di grappoli bianchi di Malvasia e Trebbiano e grappoli rossi di Sangiovese, Lambrusco e Aglianico. I vini, a marchio Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.), sono prodotti con uva seleziona di tipo Malvasia e Trebbiano. Il metodo di produzione è fondato sul rispetto del vitigno e del territorio, infatti, rispecchia i valori sui quali poggia il nostro progetto. L’azienda utilizza la tecnologia moderna per produrre il vino invecchiato in anfora: una in grès porcellanato, mentre l’altra, in terracotta, è rivestita con cera d’api. La loro struttura, permette la conservazione e l’evoluzione del vino consentendo uno scambio d’ossigeno con l’esterno in misura minore e quindi, tempi di affinamento più lunghi. Notevoli sono le differenze organolettiche. Il vino è più fresco, più fruttato e più bilanciato rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale. I profumi ed i sapori emergono in maniera netta e soprattutto sono privi degli aromi tipici del legno.